Dalle esperienze brutaliste
del primo dopoguerra Alison e Peter affrontano il dibattito
contemporaneo e si inseriscono all’interno delle nuove riflessioni sulla città
e sull’architettura, diventando voci importanti
all’interno del Team X. Questo gruppo di
architetti si forma per una comune reazione e una sensazione di inadeguatezza che i suoi componenti provano nei confronti
del pensiero del movimento moderno, e aspirando ad un nuovo inizio.
Insieme ai loro compagni, Alison e Peter contrapporranno alla visione
totalizzante e alle certezza dei maestri del movimento moderno, un metodo
diverso basato su un approccio ai problemi sperimentale ed empirico, che li
porterà non a formulare una soluzione, ma soluzioni diverse per problemi
diversi e soprattutto ad interrogarsi sul significato etico e sociale dell’architettura,
dando per scontato i concetti
igienico-funzionali ormai acquisiti con
le ricerche del movimento razionalista.
“ L’architettura
non offre semplicemente “lo sfondo” per le relazioni esistenti ma le può creare.
E’ una forza attiva della vita stessa. Non è più sufficiente fare degli
edifici, dobbiamo crearli in modo tale che diano significato allo spazio
attorno ad essi nel contesto dell’intera comunità.” ( Smitshon 1982).
In questo senso il Team X
è un utopia, ma un utopia che riguarda il presente, perché il loro intento non
è teorizzare ma costruire, e con loro, il significato della parola “costruire”
acquista un significato più alto perché diventa azione che dà significato allo
spazio e quindi offre un servizio all’intera comunità, e gli architetti in
quanto attori principali hanno una responsabilità verso l’individuo e la
collettività.
Non si affidano a piani
astratti ma all’osservazione dei “fatti umani” e delle situazioni presenti al
momento del progetto.
Peter e Alison lavorano
sulla macrostruttura, realizzano negli anni 60 i Robin Hood Gardens
(1968-1972),e anche sulle
infrastrutture con l’invenzione delle strade sopraelevate.
Nel complesso londinese, i due architetti sperimentano e
progettano con lo scopo di realizzare un architettura sociale: composto da 213
appartamenti organizzati in due blocchi, che si dispongono sui lati lunghi attorno ad uno spazio verde centrale
topograficamente-trasformato.
Interessante qui , come anche nella precedente
a Scuola di Hunstanton del 1949, oltre al
modo in cui vengono utilizzo i materiali, all’esternazione totale della struttura che
diventa essa stessa definizione architettonica dell’impianto compositivo delle
facciate, alla prefabbricazione, è soprattutto il tipo di impianto che utilizzano
e l’inserimento del spazio aperto e dell’elemento
ludico all’interno dei loro progetti, memori della lezione del paesaggismo inglese
: nella scuola tutte le parti funzionali ruotano attorno alle tre corti
centrali al di fuori la recinzione è pensata come un fosso ( il famoso ha-ha) ,
e nel Robin Hood Garden lo spazio centrale modellato, è un grande parco, una
collina, un grande gioco per i bambini, un piccolo paesaggio.
Gli smitshon, insieme ai
protagonisti del Team X, porteranno avanti un interessante studio su tipologie
edilizie abitative, e modalità aggregative di cui punto fondamentale diventa l’osservazione
e l’analisi delletipologie tradizionali
esistenti sul territorio, le loro variazioni e diversità in base alla localizzazione, un analisi scientifica che non prenderà in
considerazione solo elementi funzionali e costruttivi, ma anche elementi della vita
ordinaria, e cercheranno di legare lo studio anche a modelli abitativi storici,
questa indagine li porterà al disegno di 5 differenti piante per 5 differenti
case: isolate, hamlet, village, town and
city.
Le aggregazioni dei tipi
base, che sperimenteranno, avranno sempre un legame con il contesto, e
cominceranno ad introdurre il concetto di tessuto, variazione, dialettica, ma
anche proposte di citta’ e abitati che si dispongono nel paesaggio
assecondandone l’orografia , in schemi ad albero e con strutture aperte alla variazione.
Parallelamente e sempre
con rigore scientifico Alison e Peter lavoreranno sullo spazio interno dell’abitazione,
casa del Futuro : non c’è più la divisione tradizionale tra pareti, soffitto e
pavimento, e anche gli arredi entrano in gioco, integrandosi all’interno delle
strutture e delle partizioni dell’abitazione, vengono infatti tenuti
sottocontrollo per mantenere e rafforzare spazio come elemento essenziale
dell'abitazione
Il patio centrale domina tutta la casa, e gli
ambienti superano la tradizionale divisione tra zona giorno, zona notte,
cucina tutto confluisce in tutto, uno spazio
continuo, fatto di continue aperture prospettiche e percettive, di scorci
sempre diversi, completamente dinamico, uno spazio costruito intorno all'uomo.
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